L'occhio invisibile del protagonista della tela si posa su di noi, osservatori, fuori dal dipinto, e ci scruta, parlandoci della distanza che improvvisamente si è instaurata tra noi e il mondo che abitiamo, del guardare il mondo esterno attraverso il vetro di una finestra, dall'interno delle nostre case.
Parlandoci, anche, del lento sfumare dei confini delle nostre abitudini, di quei confini che sembravano netti e stabili, ma che inaspettatamente hanno rivelato la loro natura tutta contingente e lasciato l'individuo a un ineludibile dialogo con sé stesso, nel silenzio ovattato dell'isolamento fisico e mentale a cui l'emergenza ha costretto ognuno di noi.